Oggetti verdi e “sospesi” per un paradiso verticale. Sembrano piante che volano ma si chiamano kokedama e basta guardarle per sentirsi avvolti in un’atmosfera zen. Il senso di pace è immediato. Ovviamente arrivano dall’Oriente, dove sono ritenuti parenti dei bonsai.
La loro storia è di semplici origini, perché i kokedama sono nati come alternativa alla pianta in vaso. I più estrosi, infatti, creavano kokedama da appendere. La traduzione letterale del termine usato è “perla di muschio”. Si presenta come una palla, ma non è composta da terreno comune, bensì da un substrato di coltivazione creato ad hoc. Dentro, radicano le piante.
Fuori, sono tante e diverse, sempreverdi o fiorite, le piante destinate a rimanere piuttosto piccole a causa delle esigue dimensioni della palla. A differenza di altri stili di bonsai, la sua storia non è così antica: si dice l’idea derivi dalla tecnica Nearai, uno stile popolare durante l’epoca Edo in Giappone dove il bonsai veniva estratto dal vaso per goderne la bellezza a tuttotondo, come una scultura. In modo da girargli attorno.
Con la funzione di “copertura”, il muschio è il primo ingrediente dei kokedama, sfere di terriccio racchiuso appunto in un rivestimento di muschio, che fanno da supporto per la crescita di piccole piante, sempreverdi o fiorite, in completa assenza di vaso o contenitore.
Piccoli bonsai “volanti” vengono chiamati, perché si possono appendere con grande effetto scenografico in “String garden”, o in alternativa essere adagiati su ciotole e vassoi. Le radici delle piantine sono ancorate all’interno della sfera fatta di sfagno, materiale argilloso chiamato akadama e terriccio acido chiamato ketotsuchi, adatti a trattenere l’umidità.
Posizionati su simpatici vassoi o appesi con fili invisibili in modo che rimangano sospesi in aria, i kokedama danno un tocco originale alla vostra casa. Ma se vi posso dare un consiglio, prima di pensare alla forma, puntate alla sostanza del suo terriccio.
I kokedama sono particolarmente adatti per la realizzazione dei giardini verticali questo perché, una volta pronti, possono essere appoggiati su vassoi nudi, su basi date da ciottoli o, più tipicamente, sospesi a mezz’aria legati con un filo di nylon. Così come il bonsai, la tecnica del kokedama si adatta a qualsiasi pianta.